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Il riciclo ed il riuso come opportunità per dare vigore allo shopping

Le nuove opportunità per dare nuove idee e vigore allo shopping: il riciclo ed il riuso.

Da esperimento innovativo a certezza di business.

Ci troviamo in un mondo dominato dalla cultura dello spreco.

Questo è un secolo in cui, se desideriamo qualcosa, abbiamo un grande ventaglio di possibilità tra cui scegliere, dove gli oggetti sono più resistenti, ma la nostra soddisfazione nell’utilizzarli si consuma molto prima della completa usura.

Questa forte propensione al consumo sta causando grossi danni al nostro Pianeta e i problemi relativi allo smaltimento delle tonnellate di rifiuti che produciamo, sono sotto gli occhi di tutti.

La globalizzazione ha diversi scheletri nell’armadio.

Anche i Paesi più poveri in via di sviluppo, stanno subendo la smaniosa voglia di novità e di essere alla moda, influendo sull’affezione che in passato si creava con gli oggetti, oggi sempre meno cimeli e sempre più sostituibili.

L’Italia si inserisce senza riserve nel filone dello spreco e nonostante siano in molti ad opporsi a quest’ultimo, proponendo alternative ecologiche importanti, la nostra nazione non ha fatto passi avanti di particolare rilievo.

Una risposta a tutto questo, al momento abbastanza flebile, oltre alla raccolta differenziata applicata in moltissimi comuni italiani, è quella del del cosiddetto Recycling.

Un vero e proprio contesto artistico di “modernariato”

Il Recycling è una vera e propria scuola di pensiero, piuttosto lontana dal consumismo dei giorni nostri, considerata purtroppo ancora “nicchia d’avanguardia”, per persone di cultura innovativa ed attenta all’ambiente.

Sono molte le manifestazioni “artistiche” o “d’élite” che hanno come protagoniste attività di recupero degli oggetti “consumati”, ma un vero e proprio sfruttamento commerciale su larga scala è ancora tutto da scoprire.

In Europa l’eco-bio è caro soprattutto ai paesi del Nord; basti pensare che la Norvegia si sta preparando a dire addio ai combustibili fossili, convertendo totalmente il proprio sistema di trasporto in mobilità sostenibile.

In Svezia invece, è stato creato un “progetto”, al momento unico in Europa: un’idea che unisce il concetto di Green Economy all’ambito commerciale, il ReTuna Recycling Gallery.

Il Retuna è un vero e proprio Space Center dedicato al recupero e alla vendita di oggetti usati. Non a caso si trova a Eakilstuna, una città vicina a Stoccolma, diventata negli anni un modello di riferimento ecologico.

La struttura, inaugurata nell’agosto del 2015, ospita 14 negozi del riuso, un ristorante biologico a km zero, un’area espositiva e un programma educativo per insegnare agli svedesi il modo più giusto di riciclare.

Le attività propongono prodotti di ogni genere, dai vestiti, ai mobili, alla tecnologia, insomma tutto ciò che può essere recuperato e riutilizzato.

La merce esposta viene raccolta in un’area apposita, in cui i clienti possono lasciare giocattoli, mobili, vestiti, oggetti decorativi e dispositivi elettronici che desiderano dare via.

Il tutto viene ripulito e controllato da addetti specializzati, che ottimizzano al massimo le condizioni degli oggetti messi in vendita.

Dunque, il progetto punta soprattutto a rendere i cittadini più attivi e propositivi quando si parla di sostenibilità.

Una vera e propria operazione di crowdfunding, favorita dai numerosi corsi di “progettazione, riciclo e riuso” che si tengono periodicamente.

Inoltre questo centro commerciale, pur essendo di proprietà comunale, ricerca la collaborazione di imprese private e sociali, al fine di invogliare la crescita delle start-up di artigianato.

Il ReTuna Recycling Gallery è l’esempio lampante di come si possa fare business con idee nuove, ponendosi l’obiettivo fondamentale di combattere lo spreco e di salvaguardare l’ambiente.

Il fine ultimo è quello di trasformare l’emblema principale del consumismo contemporaneo, il centro commerciale, in un nuovo simbolo di sostenibilità.

La mia speranza è che progetti come questo non rimangano esempi isolati, ma si diffondano a macchia d’olio arrivando anche in Italia. Certamente ciò di cui abbiamo bisogno, per fa sì che ciò accada, è di una ridefinizione dei nostri standard culturali.

Una volta che il percorso di sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente avrà raggiunto la sua fase più matura, proposte commerciali come questa risulteranno molto più attrattive nei confronti del grande pubblico.

Naturalmente io sarò un attento sostenitore di questo particolare filone “aurifero”, in quanto è sicuramente un novità interessante su cui investire, una realtà che gli operatori commerciali non devono assolutamente sottovalutare.

Giorgio

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